Domenica 22 gennaio si è tenuta presso il Palazzo Ducale di Castel Morrone la presentazione del nostro lavoro “Echo - Il suono dei ricordi”…dopo quasi un anno e mezzo di ricerche su un progetto che sembrava essere solo un sogno è giunto il momento di tirare le somme e non possiamo che essere orgogliosi del lavoro svolto e di averlo condiviso con tutti voi.
Raccontare le storie di queste persone, storie che ci toccano in prima persona e che narrano del nostro passato e dei nostri compaesani per noi è sempre stata vissuta come una grandissima responsabilità perché quello che stavamo ricostruendo era una fase della storia della nostra comunità, quella sull’emigrazione, che rischiavamo di perdere!
Le storie di questi emigranti ci riguardano da vicino, non solo perché erano di Castel Morrone, ma anche perché l’eco delle loro storie, è ancora oggi attuale: lo vediamo con la partenza di molti giovani, con lo spopolamento dei piccoli centri e con il divario tra nord e sud che non è stato mai superato.
Proprio per questo vorremmo che l’eco di queste voci diventasse in futuro, il suono del cambiamento, oltre che quello dei ricordi.
La stesura di questo libro ha lo scopo di ampliare i nostri confini, forse più sociali/culturali che fisici, partendo appunto dalle nostre origini; grazie a questi nuovi contatti con cui abbiamo avuto il piacere e l’onore di interfacciarci abbiamo provato a creare nuove opportunità per la nostra comunità, opportunità di nuove relazioni, di scambi interculturali e di un ritorno turistico per il nostro paese.
Questo è stato solo l’inizio di una crescita culturale che intendiamo coltivare continuando a collaborare con l’Università del Delaware e con le tante persone con cui ci siamo messi in contatto.
Raccontare le storie di queste persone, storie che ci toccano in prima persona e che narrano del nostro passato e dei nostri compaesani per noi è sempre stata vissuta come una grandissima responsabilità perché quello che stavamo ricostruendo era una fase della storia della nostra comunità, quella sull’emigrazione, che rischiavamo di perdere!
Le storie di questi emigranti ci riguardano da vicino, non solo perché erano di Castel Morrone, ma anche perché l’eco delle loro storie, è ancora oggi attuale: lo vediamo con la partenza di molti giovani, con lo spopolamento dei piccoli centri e con il divario tra nord e sud che non è stato mai superato.
Proprio per questo vorremmo che l’eco di queste voci diventasse in futuro, il suono del cambiamento, oltre che quello dei ricordi.
La stesura di questo libro ha lo scopo di ampliare i nostri confini, forse più sociali/culturali che fisici, partendo appunto dalle nostre origini; grazie a questi nuovi contatti con cui abbiamo avuto il piacere e l’onore di interfacciarci abbiamo provato a creare nuove opportunità per la nostra comunità, opportunità di nuove relazioni, di scambi interculturali e di un ritorno turistico per il nostro paese.
Questo è stato solo l’inizio di una crescita culturale che intendiamo coltivare continuando a collaborare con l’Università del Delaware e con le tante persone con cui ci siamo messi in contatto.
